Esegesi della Ginkgo Biloba

un nostro consorziato all'opera su una gingko biloba

La Ginkgo Biloba ha un fascino tutto particolare e anche il suo nome nasconde delle curiosità interessanti.

Pianta di Ginkgo Biloba in autunno

Come poteva capitare un tempo, quando le piante venivano importate in Europa dagli altri continenti con estrema leggerezza, le trascrizioni da una lingua all’altra non erano limpide e mostravano errori che ci siamo tramandati fino ad oggi.

Il lungo viaggio della Ginkgo Biloba

La Ginkgo in particolare, originaria della Cina, viene chiamata volgarmente ginko o ginco o albero di capelvenere. Il nome Ginkgo deriva probabilmente da un’erronea trascrizione del botanico tedesco Engelbert Kaempfer del nome giapponese ginkyō (ぎんきょう) derivante a sua volta da quello cinese “yin xing ” («argento» e «albicocca» ovvero «albicocca d’argento»).

foglia di ginkgo biloba

Per quanto riguarda l’epiteto specifico biloba, invece, c’è un qui pro quo. Si tramanda che a Carlo Linneo, padre della nomenclatura odierna, come campione da classificare, fu dato un succhione di ginkgo, le cui foglie sono solitamente nettamente settate, da qui il nome biloba, bis e lobus con riferimento alla divisione in due lobi delle foglie.

Se gli fosse stato dato un rametto maturo, avrebbe avuto delle foglie molto meno settate e forse ora parleremo di ginkgo ventaglio, o, usando il latino, di Ginkgo flabellata o ancor meglio Ginkyo flabellata.

 

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